Cari amici,

Prima di tutto, lasciate che vi dica che sono un po’ indietro con gli aggiornamenti riguardo il mio percorso. Non è sempre facile scrivere e pubblicare, ma ci tengo a farlo per rendervi partecipi e soprattutto perché mi aiuta a elaborare cio’ che e’ successo e a non dimenticare.

Ci sono stati dei cambiamenti qui per me nella World Race. Dopo aver lasciato il Togo a fine gennaio, ci siamo trasferiti in Ghana e ormai, anche qui,  la nostra permanenza e’ giunta a termine. Inoltre, sono stata inserita in una nuova squadra, i Kingdom Seekers (“Ricercatori del Regno”). La nostra missione principale e’ infatti quella di creare e attivare il Regno di Dio cosi’ come presentato da Gesu’ sia tra di noi che dovunque ci troviamo attraverso amicizia, intenzionalita’ e carita’. Nella foto qui in basso trovate le mie nuove compagne di avventura: Amanda, Ana, Kaci, Kathleen, Niecey. Sono tutte ragazze fantastiche e sono contenta di far parte del gruppo e conoscerle meglio.


Abbiamo trascorso il mese di febbraio con Charis Zoe Ministries nella periferia della città di Accra, capitale del Ghana, e il testo qui sotto, scritto in parte insieme alle altre del team, descrive un po’ cio’ che abbiamo sperimentato.

“Alla nostra famiglia ospitante, agli studenti, agli insegnanti della Royal Oak Academy, grazie. Grazie per averci permesso di diventare per 3 settimane “Zia” (parola usata generalmente per chiamare la maestra, ma anche ogni donna adulta come segno di rispetto). Grazie per averci invitato ad assistervi nell’insegnamento e a far parte della vostra comunita’. Grazie per averci regalato un’esperienza in Ghana che non dimenticheremo presto.

No, questo mese non è stato sempre rose e fiori. Non tutti i giorni sono stati una passeggiata al parco. Stare continuamente con bambini di diversa eta’ che non parlano la tua lingua madre e cercare modi per intrattenere un’intera classe o farli stare tranquilli si e’ rivelato piuttosto stancante in aggiunta al caldo afoso e spesso si tornava a casa con il mal di testa e tanta voglia di riposare. Inoltre, vorrei raccontare un altro avvenimento degno di nota. Una delle ragazze del mio team ha ricevuto una brutta notizia da casa: ovvero la mamma le ha confessato che negli ultimi tempi non era stata bene e che, dopo una visita specialistica, il medico le aveva comunicato che molto propabilmente si trattava di tumore e che entro 2 giorni avrebbe dovuto sottoporsi ad un intervento. Ovviamente, la mia compagna e’ rimasta molto scossa e cio’ ha influito su tutto il gruppo. Tuttavia, sono rimasta colpita dalla calma con cui la ragazza ha affrontato la situazione e dalla fiducia che tutto sarebbe stato volere di Dio in un modo o nell’altro. Non si e’ tirata indietro dalle attivita’ che dovevamo svolgere e aveva sempre un sorriso per tutti, nonostante il dispiacere sia per la mamma che per la possibilita’ di dover abbandonare il programma e rientrare negli Stati Uniti per stare vicino alla sua famiglia se le cose si fossero messe male con la battaglia contro il cancro. Incredibilmente pero’, cio’ che inizialmente sembrava una cosa negativa, ha invece contribuito a fortificare la fede di tutte noi e la dipendenza piu’ che mai da Dio. Abbiamo infatti collettivamente digiunato il giorno stabilito dell’intervento e pregato nel nome di Gesu’ affinche’ il Signore potesse operare un miracolo. Cosi’, circa un’ora prima di entrare in sala operatoria, la ragazza chiama la mamma e proprio quest’ultima le dice che e’ pronta e di non preoccuparsi perche’ tutto, anche le cose apparentemente brutte, tende al bene di quelli che amano e confidano con tutto il cuore in Dio.
Pochi minuti dopo l’ora in cui era fissato l’intervento, arriva un messaggio dalla mamma dove c’era scritto che l’intervento era stato annullato all’improvviso perche’ il medico aveva all’ultimo minuto comunicato che non ce n’era piu’ bisogno in quanto non si trattava piu’ di tumore. Ovviamente potete immaginare la gioia della mia compagna ma anche dell’intero gruppo! Grazie Gesu’, gloria a Dio!!!

Si’, questo mese ci ha regalato anche molte gioie. La gioia di essere chiamate “Zia!” da decine e decine di bambini sorridenti e di essere accolte in classe con calorosi saluti e abbracci.

La gioia di ascoltare gli studenti cantare ripetutamente le nuove canzoni che abbiamo insegnato loro. La gioia di vedere un allievo che, finalmente, dopo correzioni e tentativi, ci riesce. La gioia di sentirsi dire dagli insegnanti e dagli alunni che sentiranno la nostra mancanza. La gioia di tornare a casa dopo il lungo turno a scuola e ridere insieme con la famiglia ospitante raccontandoci fatti curiosi della giornata. La gioia di pranzare in gruppo con le altre del team e riempirsi a vicenda di quello che è successo la mattina. La gioia di tenere un bimbo che poi ti si addormenta tra le braccia. La gioia di vedere bambini che si abbracciano invece di fare a botte. La gioia di imparare nuovi giochi e di giocare con gli studenti durante la ricreazione.

La gioia di essere amata incondizionatamente solo per quello che sei e non per quello che hai fatto. La gioia di essere invitata ad ogni pasto e spuntino. La gioia di vedere i bambini che lodano il Signore e lo amano “dal profondo del loro cuore”. La gioia di sentire i bambini recitare a memoria passi dalla Bibbia prima della lezione, come il salmo 91. La gioia di sapere che gli studenti hanno veramente apprezzato i lavoretti proposti e creati insieme a loro. La gioia di essere riconosciuta e salutata con entusiasmo al di fuori della scuola. La gioia di sentire un bambino parlare e ridere per la prima volta in classe. La gioia di essere avvolta da un gruppo di bambini con le braccia aperte.

Insegnare non è certo cosa facile ma essere un insegnante in un paese straniero dove le norme culturali sono molto diverse dalle proprie è ancora più difficile. Ciò che rimane invariato, però, è che i bambini hanno sempre un modo speciale di conquistare i nostri cuori.

Questo mese, e’ stata dura dire addio, non solo per le msestre o i bambini a cui ci siamo affezionati particolarmente, ma anche per le persone che ci hanno ospitato a casa propria, ovvero “zia” Abigail e il pastore Calvary. Sono entrambi persone straordinarie.

Oltre ai loro 4 figli, hanno anche adottato un bambino del quartiere che vive con loro. Abigail è la preside della scuola dove abbiamo fatto volontariato e che lei ha fondato insieme al marito. La scuola, infatti, di domenica e in serata “si transforma” nella chiesa del Pastor Calvary a cui siamo state invitate piu’ volte per cantare e condividere testimonianze o messaggi con la congregazione. Abigail e’una donna forte che ama molto il Signore e che ispira quelli che la circondano con il suo esempio e le sue azioni. Il pastore Calvary è un uomo umile, ha fede assoluta in Dio, ha un grande senso dell’umorismo e non perde occasione per fare una simpatica battuta o scherzare. La notte prima di partire abbiamo anche celebrato insieme ad amici e membri della chiesa  il suo 50esimo compleanno con tanto di torta, cibo tradizionale, musica, preghiera e allegria; e’ stato molto bello, tra le altre cose, ascoltare i partecipanti alla festa onorare il pastore raccontando ad esempio come lo hanno comosciuto o una caratteristica che ammirano in lui.

Entrambi insomma ci hanno accolto con amore e ci hanno fatto sentire subito come se fossimo parte della famiglia e del loro ministero, ossia la scuola e la chiesa . Hanno senz’altro lasciato un segno nei nostri cuori.

Il primo mese come team Kingdom Seekers è giunto al termine, ma il nostro amore per questo luogo e per queste persone non è finito.

A presto e rimanete sintonizzati per altri aggiornamenti! 🙂