Carissimi amici,
eccomi qui a scrivere il mio primo post direttamente dal Perù, prima tappa in questo mio lungo viaggio in giro per il mondo come volontaria cristiana! Sono già passate quasi 2 settimane e mi sembra di aver già sperimentato tante cose!
Io e il mio gruppo di 6 ragazze, team Scelte o Chosen (foto qui in basso),
collaboriamo con una piccola chiesetta nella periferia di Cusco (città patrimonio dell’Unesco e meta di partenza per visitare il famosissimo Machu Picchu). La chiesa Esperanza Viva – Calvary Chapel Cusco è stata fondata da una famiglia statunitense, il Pastor Kenneth e sua moglie Letty con i loro 3 figli che hanno sentito e poi obbedito alla chiamata del Signore di lasciare gli USA circa 9 anni fa per servire la comunità peruviana. Quello che mi ha colpito particolarmente di loro è la loro genuinità e il desiderio che hanno nel portare la luce di Gesù in questa comunità. Ciò è trapelato dall’affetto straordinario che tutti bambini dell’Orfanatrofio vicino alla chiesetta hanno verso di loro, dal rispetto di coloro che vengono in chiesa, dalla gratitudine di Anna, la signora venezuelana che alloggia presso gli edifici della chiesa con la figlia e si occupa in queste settimane di prepararci da mangiare dietro nostro contributo finanziario essendo lei senza lavoro al momento, dall’impegno e dedizione nell’aiutare con atti pratici il quartiere in cui risiedono. Una cosa inoltre che ho già imparato da loro è che missione o volontariato non consiste in azioni grandiose, non è insomma uno sprint ma piuttosto una maratona e consiste nel perseverare, sopportare, pazientare e soprattutto confidare in Dio con tutte le proprie forze, regalando alle persone il tuo sorriso, il tuo tempo, il tuo affetto.

Il Perù è un paese bellissimo, circondato da montagne alte quanto il cielo, colori sgargianti e vedute meravigliose, ma allo stesso tempo la situazione economica, politica e sociale è ben lontana dall’essere ottimale! Tantissime persone vivono in condizioni molto umili e povere. La gente vive soprattutto di agricoltura e, per chi vive nelle città principali, di turismo. Non ci sono tutti i servizi, i confort, le certificazioni e la relativa sicurezza o tutela a cui siamo abituati nei paesi occidentali.


Nel quartiere dove mi trovo i bambini giocano e corrono per strada liberamente, le mamme portano i bimbi sulle spalle aiutate da una coperta tradizionale colorata, i cani randagi abbondano ad ogni angolo e fanno parte della società, 1 euro equivale a 3.73soles (moneta del Perù) e dunque comprare cibo o altra roba costa davvero pochissimo rispetto all’Europa o all’Italia. Il Perù è stato dominato dai conquistadores spagnoli; pertanto qui si parla la stessa lingua insieme al Quechua e la religione predominante è il Cattolicesimo. Tuttavia, è molto diverso dalla religione cattolica in Italia in quanto impregnato da credenze pagane molto antiche, legate al popolo degli Inca che qui viveva. E‘ dunque un paese molto spirituale ma in gran parte ancora nelle tenebre in quanto vengono adorati tanti dei pagani e la stregoneria è ancora forte. La missione della chiesetta Esperanza Via di Kennet e Letty è principalmente quella di portare agli abitanti la luce di Cristo e far conoscere loro la verità della Bibbia, cioè che c’è un solo Dio e che Gesù non è uno dei tanti dei da adorare, ma la VITA, la verità e la Via che portan alla Salvezza e al Padre (Vangelo Giovanni 14: 6). Mi sento davvero onorata di contribuire anche se solo in minima parte e temporaneamente alla loro missione e la mia preghiera è che Dio possa usare me e i miei compagni in questa nostra breve permanenza qui con loro!
La prima settimana di servizio è stata abbastanza intensa e molto variegata; effettivamente ci è stato detto che la flessibilità è fondamentale in questo settore e che ogni giorno probabilmente sarà diverso dall’altro in quanto possono subentrare delle nuove esigenze e dei cambiamenti o spostamenti. In questo post mi soffermerò proprio sui primi 7 giorni perché rappresentano l’inizio di questa avventura, ma spero vogliate seguirmi nel corso dei prossimi mesi per aggiornamenti, foto e novità!
Siamo atterrati a Lima lunedì 7 ottobre e siccome era tardi abbiamo deciso di pernottare una notte in ostello prima di avviarci a Cusco. Il giorno seguente abbiamo preso un pullman che, dopo circa 24 ore di tragitto tra le varie montagne gigantesche del Perù, ci ha condotti finalmente a destinazione! Ad essere sincera, ero un pò preoccupata al pensiero di questo lungo e super tortuoso viaggio tra i 3000 e 4000 metri di altitudine perché soffro di mal d’auto e di mal d’orecchi quando sono in aereo, ma è successo davvero un piccolo grande miracolo perchè nonostante le tantissime curve e l’altitudine impressionante (gli aerei sembrano così vicini che si ha l’impressione che tocchino gli edifici!) non ho avvertito alcun malessere e il viaggio in pullman è stato effettivamente una vera scoperta dei popoli dell’entroterra montano; mi sembrava quasi di guardare un film mentre osservavo i paesaggi e le casette di pietra o semilavorate di mattone e legno, la gente lavorare la terra o immersa nella loro quotidianità! Sia lodato il Signore per aver protetto me e le mie compagne durante il tragitto! Gesù, in questa occasione, mi ha infine mostrato che desidera ascoltare e rispondare non solo alle nostre “grandi” preghiere o problemi, ma che ha a cuore tutto ciò che ci riguarda, comprese le piccole cose, come il mio mal d’auto!

Arrivati alla chiesetta, ci siamo sistemate e abbiamo familiarizzato con gli ambienti intorno. Il giorno seguente siamo stati ospitati a casa dei pastori che ci hanno raccontato tutta la loro storia e ci hanno dato una infarinatura culturale del paese. Dopo aver gustato la buonissima torta alla cannella e marmellata di Letty, ci hanno parlato più a fondo della loro missione e ci hanno descritto il programma delle prossime settimane. Ci hanno inotre chiesto quali erano le qualità che volevamo mettere al servizio della chiesa, oltre al volontariato con i bambini dell’Orfanatrofio e le attività con i giovani. Incredibilmente è venuto fuori che ognuna del mio gruppo ha un qualcosa di “unico” da offrire loro. Adi e’ esperta in digital graphic design e si occuperà di rinnovare il loro sito e creare dei video ad hoc; Alycia preparerà una sorta di programma di training e leadership per i ragazzi; Catherine è laureata in educazione alimentare e metterà insieme un piano nutrizionale per i bambini in quanto purtroppo c’è pochissima educazione in materia; April suona la chitarra e canta e perciò si occuperà di musica; Lauren sarà responsabile di coordinare alcuni eventi, mentre a me è stato chiesto di insegnare loro a cucinare Italiano ed evangelizzare tra i ragazzi dell’Università invitandoli in chiesa. Eravamo tutte molto entusiaste!
Venerdì c‘è stato l’incontro con il gruppo giovani della comunità. Erano tutti molto contenti di fare la nostra conoscenza. Qui è usanza salutarsi con un abbraccio e un bacio sulla guancia e sono molto affettuosi! Abbiamo cantato, giocato, pregato, mangiato e ballato insieme alcune canzoni cristiane moderne stile rap e hip hop del tipo Clap Church di KB feat. Lecrae, divertentissima! Ci siamo tutti scatenati!

A me è stato anche chiesto di dare una piccola lezione biblica in inglese ai ragazzi e il Signore mi ha messo nel cuore di parlare loro della parabola del buon Samaritano (Vangelo Luca 10: 25-37). Vorrei soffermarmici brevemente per rifletterci sopra. Qui Gesù vuole insegnarci chi è il nostro “vicino” e cosa significa amare il nostro prossimo come noi stessi. Conosciamo probabilmente tutti bene la storia. Un ebreo viene aggredito per strada da un gruppo di briganti. Passano di lì un prete e un levita (entrambi persone religiose e con uno status sociale importante nella cultura del tempo) che decidono di ignorare la persona ferita, mentre un Samaritano (individuo appartenente ad un popolo che all’epoca aveva una brutta reputazione ed era considerato nemico degli Ebrei) si ferma e fa di tutto per aiutare lo sconosciuto, non solo curando le sue ferite, ma anche dandogli il suo cavallo, impegnandosi a portarlo in un posto sicuro dove trascorrere la notte e offrendosi di pagare per lui tutto il necessario. Ho riportato ai ragazzi che, come la parabola ci illustra, i nostri “vicini” non sono solo le persone che conosciamo, quelli appartenenti al nostro quartiere o alla nostra sfera di conoscenze, ma chiunque si presenta nel nostro cammino e ha bisogno del nostro aiuto, della nostra amicizia, di un semplice sorriso, di una parola di conforto o incoraggiamento…l’amore insomma non è una teoria, un’emozione, ma è anche e soprattutto un’azione e una dimostrazione, al di la delle differenze di razza, pelle, cultura, ecc….Forse oggi il Signore ti ha messo nel cuore qualcuno da aiutare o incoraggiare con una buona parola o un complimento? Può trattarsi di un familiare, di un amico, ma anche di un collega di lavoro e della cassiera al supermercato per esempio! Non dimentichiamoci infine che la Bibbia ci insegna che tutti i cristiani sono “in missione”. Di conseguenza, i “missionari” non sono solo quelli che lasciano il proprio paese per recarsi in posti lontani, ma chiunque si impegna a servire Dio e gli altri, continuamente, ogni giorno, in qualsiasi posto ci si trova!
Sabato ci siamo occupati della pulizia degli edifici della chiesetta e abbiamo lavorato ad un progetto di restauro dei mobili dell’Orfanatrofio. In particolare, abbiamo dovuto levigare il legno con carta abrasiva prima di essere poi sottoposto a nuova laccatura e riutilizzato. Non avevo mai lavorato il legno e si è rivelata a mia sorpresa un’attività allegorica in cui ho ricevuto una sorta di rivelazione divina o piuttosto una visione descrittiva di ciò che insegna Gesù nel Vangelo di Giovanni al cap. 15, versi 1-8: “Io sono la vera vita e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più”! Il cassetto malandato che stavo trattando è diventato improvvisamente una metafora della vita in generale. Quei graffi rappresentavano le ferite o i dolori che spesso caratterizzano la nostra esistenza, mentre il mio carteggiare per cercare di far scomparire i graffi simboleggiava il lavoro di Dio nelle nostre vite. Se ci affidiamo al Signore e gli permettiamo di “potarci” e “levigarci”, trasformerà anche le nostre “brutture” in qualcosa di bello e meraviglioso, ci rialzerà e caverà qualcosa di buono anche dai nostri errori e cadute, mettendoci davanti una tela tutta nuova su cui dipingere un nuovo capitolo dello nostra vita.

Quel giorno era anche il compleanno di una delle ragazze, April; così, abbiamo festeggiato con tanto di torta e candeline, siamo andati fuori a cena e le abbiamo organizzato un party a sorpresa con popcorn e schermo cinema tramite proiettore al muro!

Domenica abbiamo partecipato al Servizio della chiesa. E’stato bello adorare e cantare a Dio in spagnolo con tutti gli altri credenti, nonché ascoltare il Pastore Kenneth, intrattenersi poi a socializzare gustando il caffè peruviano e osservare i bambini a giocare nel cortile! Non ho studiato spagnolo, ma essendo italiana e abituata alle lingue straniere, riesco a capire quasi tutto anche se faccio fatica ad esprimermi.

Nel pomeriggio gli altri miei compagni hanno preparato la pizza e svolto altre attività con i giovani, mentre Lauren mi ha accompagnata a casa dei pastori per insegnare loro a cucinare Italiano. Non sono una cuoca esperta ma direi che il pollo alla cacciatora con gli spaghetti al sugo son venuti bene, nonostante ho abbondato con il peperoncino! E’ stato molto divertente, non solo il tempo trascorso a casa lì da loro, ma anche perché ci siamo perse tra una salita (e risata) e l’altra!;)
Lunedì è il nostro giorno libero e abbiamo deciso insieme di nominarlo come Sabbath day, seguendo l’insegnamento biblico. Sostanzialmente, si tratta di una giornata dedicata al riposo, a studiare e leggere la Bibbia ognuno per conto nostro con il proprio ritmo e soprattutto a trascorrere del tempo alla presenza di Dio! Proprio come quando si è in una storia d’amore o si cerca di coltivare un’amicizia, è importante dedicare del tempo all’altra persona e comunicare. La stessa cosa vale con Dio: la cosa che più desidera da noi è il nostro cuore! Non il 50%, non l’80% o il 99% ma il 100%! A Dio non interessa tanto quante volte andiamo in chiesa, quante preghiere recitiamo, quanto volontariato svolgiamo, ma piuttosto come ci relazioniamo a Lui, se lo mettiamo al primo posto nella nostra vita di tutti giorni e sul trono del nostro cuore!(Diversi versi biblici ci ricordano infatti proprio che il primo comandamento è amare Dio con tutta la nostra forza, la nostra mente e anima). E’ per questo che siamo stati creati, cioè per avere una relazione di intimità spirituale con Dio! Non è assolutamente straordinario pensare che il Creatore dell’Universo desidera proprio noi???
Nel pomeriggio abbiamo anche approfittato per visitare la città di Cusco: è davvero molto bello il centro storico e la piazza è dominata da una cattedrale maestosa di stile gotico-rinascimentale! Ci siamo avventurati per le stradine ripide alla ricerca di un posto dove bere un buon caffe e magari un bel dolce. Siamo andate a finire in un posticino francese dove per meno di 4 euro a testa abbiamo preso drink più dolci e gelato! Abbiamo anche fatta amicizia con un cane che ci ha fatto compagnia per tutto il tempo e lo abbiamo nominato Soul che vuol dire “anima”. Ci è tanto dispiaciuto di lasciarlo quando era il momento di rientrare a casa! Ma non è finita qui perché mentre ci incamminavamo verso la fermata del bus è spuntato un bellissimo arcobaleno e, piene di gioia, abbiamo lodato Dio per averci ricordato ancora una volta delle Sue promesse e della sua bontà. Tornando a casa, abbiamo tra le altre cose preso il bus sbagliato ma ciò si è rivelata una benedizione perché abbiamo conosciuto questa dolcissima signora del posto, Solidad, che non solo ci ha aiutato con le indicazioni ma che poi alla fine abbiamo invitato a venire nella chiesetta di Letty e Kenneth e lei, felicissima, ha accettato! Dio è grande, sempre! Anche quando le cose sembrano andare per il verso sbagliato, non bisogna perdersi d’animo, ma riporre la fiducia in Lui perché in un modo o nell’altro, nel Suo tempismo perfetto, ci aiuta sempre a trovare la giusta via!


Martedì abbiamo avuto una preghiera collettiva e tempo di lettura-studio della Bibbia; nel pomeriggio siamo andati a trovare i bambini dell’Orfanatrofio dove abbiamo giocato e insegnato loro a costruire degli oggetti con le loro mani. Sono tutti adorabili: non appena arriviamo ci corrono incntro ad abbracciarci e baciarci! Ma quella che ha conquistato il mio cuore è forse la piccola Luana per il modo simpatico e anche “familiare” in cui mi chiama e mi sorride.

Mercoledì ci siamo occupate di alcune faccende pratiche della chiesa in quanto la sera c’è il servizio e l’incontro con tutti i credenti. Siamo inoltre andati fuori in strada ad invitare i bambini e i ragazzi ai prossimi incontri, il tutto mentre la mia compagna April suonava ai passanti la chitarra!
Giovedì è il nostro secondo giorno libero e lo abbiamo nominato “Adventures Day”, ovvero lo dedichiamo alla scoperta del Paese e dell’Avventura! Siamo così andate a visitare la Rainbow Mountain o Montagna Arcobaleno! Ci siamo alzate alle 4:30 del mattino e dopo una ricca colazione offerta dalle gentilissime guide turistiche del posto (indovinate cosa c’era anche nel buffet? Minestrone con pastina a forma di farfalla!), abbiamo fatto quasi 2 ore di salita in furgone per le bellissime montagne. Ci siamo imbattuti anche in un branco di lama e ovviamente ci siamo fermati a fare le foto. Abbiamo poi iniziato il trekking accompagnati da tantissimi altri turisti ad un’altitudine di oltre 4 000 e oltre metri. E’ stata un’esperienza emozionante e senz’altro unica, ma anche molto stancante: durante gli ultimi 20 minuti prima di arrivare alla cima pensavo di crollare, in quanto la salita era super ripida e sembrava interminabile e, per via dell’altitudine, del freddo e dello sforzo, respiravo a fatica. Le nostre guide tuttavia erano molto preparate con tanto di maschera dell’ossigeno, bevanda tipica del posto contro malessere, ecc. Ma anche lì, in quella situazione, Dio mi ha insegnato a perseverare, anche quando l’obiettivo sembra lontano, perché alla fine ne varrà la pena. Quindi, se anche te sembra che la strada sia tutta in salita, ti invito a non mollare e a cercare l’aiuto di Dio perché non ti abbandonerà. Non devi fidarti delle mie parole, ma lo promette chiaramente il Signore più volte nella Bibbia in più occasioni (Romani 8: 28; Proverbi 3: 6; ecc).

Scorrendo verso il basso troverete il bellissimo video (dove ci sono anch’io) che la mia amica ed esperta Adi ha realizzato con colonna sonora di April (l’altra ragazza americana del mio team) + ulteriori immagini. Non dimenticate di visitare la sezione nel menù a sinistra “View my Photos”:)
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Grazie di cuore anche solo per aver letto! 🙂


